(Italiano) MI GUARDO ALLO SPECCHIO


Riflessioni di un uomo sul suo rapporto con il corpo

Un uomo allo specchio
Nella vita di ciascuno di noi guardarsi allo specchio è un gesto tanto normale da sembrare parte integrante delle civiltà. Fin da piccini si gioca e ci si confronta con la riconoscibilità dell’io immagine: ci siamo baciati allo specchio, ci siamo divertiti a fare le boccacce, ci siamo educati a guardare il nostro corpo come se appartenesse a un altro.
Lo sviluppo emotivo ci porta in seguito a sviluppare una capacità di giudizio nei confronti del nostro io allo specchio: spesso ciò che vediamo non rappresenta pienamente la visione mentale ed emotiva che ci siamo immaginati.
“Perché, perché mai non mi vedo come vorrei essere? Perché non ho il fisico come quello? Perché la visione che ho di me stesso non è quella che vorrei?
Beh, forse semplicemente perché alla natura poco importa delle classifiche che noi umani abbiamo creato per garantire il piacere del bello e forse perché la natura, nella sua crudeltà, si occupa più del sano e del non sano che del bello e brutto.

Quanto è cambiato Tarzan!
Se potessi legiferare, direi che la costruzione dei parametri sociali di bello e di brutto andrebbe abolita: garantirei il piacere di essere, condannerei coloro che, indipendentemente dall’esser belli o brutti non danno attenzione al proprio corpo e a come lo vestono.
Perché, diciamocelo, il rapporto con il nostro corpo dipende prima di tutto da come lo trattiamo, da quanto gli volgiamo bene: il che passa per l’alimentazione e le performance sportive e non che gli chiediamo, toccando anche gli abiti che indossiamo e l’eleganza che pretendiamo di avere.
Ma dobbiamo riconoscere anche che rapporto con il proprio corpo passa attraverso i canoni estetici sociali di un determinato periodo storico, quando non di un decennio. Le foto del primo Tarzan seminudo oggi ci fanno sorridere di tenerezza, ma ai tempi in cui uscì la prima pellicola strapparono sguardi di ammirazione e invidia.

Un po’ di buon senso ripaga sempre
Oggi che cultura e capacità di giudizio sono a disposizione di chi voglia conquistarle, ritengo che il rapporto intimo con se stessi debba diventare e restare un valore di buon senso. Si, buon senso, come le regole del galateo. Buon senso e basta.

Tutti procreano indipendentemente da come si appare
Ci sono stati anni i canoni estetici correnti ci chiedevano di essere strutturati in una certa maniera, in altri periodi occorreva avere un altro aspetto fisico. Ci sono stati e probabilmente ci saranno periodi storici o luoghi dove essere corpulenti è indispensabile, dove il richiamo alla procreazione passa attraverso la visione di un corpo possente. Ed ecco il punto: il fisico come strumento di procreazione.
Ma allora è giusto e necessario che nel tempo i gusti cambino o addirittura si si invertano? Oppure forse sbaglio e il mondo è sempre lo stesso perché tutti procreano indipendentemente da come si appare?

Una questione di intenzioni
Voler concedere maggior attenzione al proprio corpo è positivo. Non lo è più se le motivazioni sottese sono quelle legate all’insicurezza: intendo dire che tutto è giusto, sono solo le motivazioni che andrebbero riviste… perché mi sembra di scorgere un problema chiamato “insicurezza dell’identità e del suo significato.”