(Italiano) Essere


Avete mai pensato ai vostri capelli come ad un abito? Un accessorio che vi rende diversi, unici nel vostro genere, differenti e riconoscibili rispetto agli altri? I capelli sono il nostro unico abito naturale, ma spesso il consumismo ci porta ad “imbellettarci” (anche senza necessità) e ad uniformarci a regole sociali condivise e a volte mediatiche. Siamo sicuri di fare una scelta oppure il nostro stile è dettato dal conformismo?


Edonismo, individualismo, socialità, comunicazione: tutti necessitano di un codice di riconoscimento condiviso. I capelli e le barbe incorniciano il volto dell’umanità e sono l’unico abito naturale che abbiamo, abiti che ci fanno star bene con noi stessi e che ci rendono riconoscibili agli altri. I capelli “a volte abiti a volte accessori” significherà che la natura ci ha consegnato materia per esprimerci e per rappresentarci.

barba1Così come nelle tribù primitive il bisogno e il desiderio del ”trucco” era fondamentale, l’uomo non essendo poi così diverso non ha perso l’abitudine.

Eleganza, costume mentale, essere accurati. Stile, la propria firma nel rappresentarsi.

Edonismo come pensiero filosofico è il concetto dello star bene e vivere nel e per il piacere. Consumismo è una forma di pulsione che ci conduce a un simile risultato come la realtà reale o quella virtuale.

“Mi faccia i capelli alla Vialli: RASATI” “Alla Ronaldo: RASATI”

Ma se il taglio è il medesimo perché mi si domanda un nome diverso come rappresentante e non mi si domanda del taglio? La rappresentazione del sè passa attraverso la riconoscibilità mediatica, è una sorta di affermazione così come per la notte degli Oscar dove si stabilisce se gli uomini terranno la barba o meno. La Pogonologia, il visagismo servono come riferimenti non come accademie del fare.


Essere anticonformista o conformista è banale perché le regole sono solo sociali e quando ci si mette due scarpe di colore diverso non saprai mai se si era incapace di metterne due di uguale colore ma, di certo si genera un nuovo approccio che nel breve diventa edonismo consumistico. Eclettismo significa Eligere, eleganza, eleggere, ossia scegliere. La scelta nasce dal sapere, sia esso culturale che istintuale, l’agire fa si che le cose si compiano e queste diventano stile, con adepti o detrattori.

L’uomo è perfettamente imperfetto e nella sua ricercatezza di perfezione si frustra, mentre l’idea di accuratezza fa sì che nell’imperfezione ABITI il piacere del darsi attenzioni e la qualità del come lo fa determinerà il suo stile.

Se potessi legiferare, direi che la costruzione dei parametri sociali di bello e brutto andrebbe abolita: piacere di essere e, se la natura si è solo occupata e preoccupata del sano o meno, forse dovremmo accogliere questo insegnamento come valore di stile, ossia dedicarsi allo star bene e come regola di bon ton e buon senso.

L’attirar attenzione su di se è fisiologico per la procreazione, alterare le regole del richiamo con imbellettamenti non sempre necessari ha generato confusioni o per meglio dire, il costante e iper veloce cambiamento delle regole di decodifica rendono difficoltosa la scelta dell’essere essere umani e non strumenti.

barba-e-capelliGli attori di teatro greco (come tutti gli altri) usavano coprirsi con parrucche e barbe finte, spesso per impersonare chi non erano, oggi dove la possibilità è sdoganata e il gusto è condivisibile, potersi riprendere NOI maschi il piacere di piacere e non perché ci “vestiamo” in maniera impeccabile, ma perché facciamo scelte e, come ho già detto, sceltà è eligere e eligere è eleganza.